L'orgoglio goriziano per una storia unica

Pubblicato il 16 febbraio 2025 alle ore 23:13

di Pierpaolo MARTINA

"Gorizia è stata per molti secoli avvezza a disporre di sé e per sé, dovunque appariva il suo stemma, in Istria, nel Tirolo orientale o nella Carinzia, forse con un certo pragmatismo e anche con una prevedibilità non eroica, ma con una forte carica di civiltà, d'una civiltà ormai anacronistica. Gorizia non è forse più capace o adatta a volare in alto come allora, a correre altri rischi, paralizzata dal timore di tradirsi ancora: ormai preferisce il silenzio o l'evasione gaudente, come in un'operetta, profondamente scissa e insieme tragica" (Sergio Tavano, Medioevo goriziano 1001-1500, Editrice goriziana, 1994).

Non eravamo propriamente parenti ma era una figura famigliare non solo per aver sposato una sorella di mia zia Camilla Medeot ma per essere stato amico d'infanzia di mio padre Mario (suo coetaneo) e ancora di più di mio zio Michele (di due anni più anziano). Ai miei occhi una figura austera ma anche squisitamente cortese e affettuosa. Quando in occasione di qualche ricorrenza famigliare gli chiedevo informazioni sui lavori che stava conducendo e sulle prossime pubblicazioni che si accingeva a mandare in stampa, immancabilmente con un sorriso mi rimandava alla sua riservatezza e si finiva a parlare di altro. Figura scientifica di primo piano, con le sue pubblicazioni sulla storia e sull'arte di Aquileia, Grado e Gorizia - qui mi piace ricordare soprattutto la sua attività riferita al periodo medioevale della Contea - è riuscito più di tutti a far riscoprire l'orgoglio goriziano per una storia unica e importante che ha assegnato alla nostra città un ruolo e una rilevanza di livello europeo successivamente ignorata o volutamente mistificata dai nazionalismi e dalle ideologie del Novecento.

Anche in qualità di presidente dell'Associazione Gorizia Attiva Aps intendo quindi rendere omaggio alla figura del professore cui ora certamente l'Amministrazione comunale deve pensare ad onorarne la memoria dedicandovi uno spazio nella toponomastica cittadina (il maestro Camillo Medeot ancora attende) e domani chissà, sarebbe bello gli venisse intitolato un corso universitario da portare a Gorizia magari proprio di studi medioevali per continuare la sua opera di ricerca e riscoperta della grandezza di Gorizia in un' Europa di mezzo che ancora non conosceva i nazionalismi.

   

In questa foto tratta dal volume Cultura mitteleuropea, edito da ICM-Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei nel 1986, si vedono da sinistra: Sergio Tavano, Michele Martina e Tullio Crali

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