Alla riscoperta delle tracce della Guerra fredda a Gorizia

Pubblicato il 3 ottobre 2025 alle ore 19:55

Pierpaolo MARTINA

E' stato un grande piacere ospitare alcuni amici e conoscere nuove persone, appassionati di storia e di ricerche sul campo che ci hanno guidato alla scoperta di alcuni aspetti molto interessanti del sistema di fortificazioni militari realizzato a difesa del confine orientale, della Soglia di Gorizia in particolare, e attivo durante i decenni della Guerra fredda.

Opere difensive, in particolare i numerosi bunker, che rimangono a testimonianza di avvenimenti e di momenti storici di grande tensione ma che sono parte integrante della storia della nostra bella città che proprio dalla valorizzazione di tali tracce può offrire ad un pubblico sempre più vasto e interessato un'esperienza di quella che è stata la presenza del confine a Gorizia.

In parte smantellate, del tutto abbandonate, queste strutture ci parlano ancora e rimangono a monito di quello che poteva accadere e per fortuna non è accaduto né deve più accadere.

Per quanto possibile vanno recuperate evitando gli errori anche recenti in altre parti della città: la storia non va cancellata. 

L'incontro di ieri sera, molto partecipato, ha visto Pierluigi LODI offrire un inquadramento storico, Mauro COCIANCIG ricostruire una mappatura accurata delle opere difensive, Stefano COGNI, dell'Associazione Fanti d'Arresto, parlare in particolare dell'opera di Quota 54 e dell'attività della sua associazione, infine, Paolo VISINTIN, del Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer”, documentare le sue esplorazioni sul Calvario e gli interni di alcuni bunker . Molto interessanti gli interventi dal pubblico, in particolare dell'Assessore Patrizia ARTICO e di Fabio GENTILE che ha portato la sua esperienza personale vissuta quale ultimo comandante di una delle strutture della Fanteria d'Arresto.

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